Ad aprile inizia la stagione degli “haboobs”
di Mauro Annarumma per The Post Internazionale
Ci si abitua presto a Khartum, al vento che arriva dal deserto, poco più in là dell’orizzonte. Spira tutto l’anno, ma è ad aprile che si fa più forte, e diventa più facile imbattersi in “Haboob”, la tempesta di sabbia, proprio sul finire tiepido dei pomeriggi di afa.
Si guarda allora verso sud, sud-est, in cerca del muro impietoso, che arriva correndo a circa 50 km orari e tinge tutto di rosso. Sfuggirgli è impossibile: il fronte, infatti, può arrivare ad estendersi per 100 chilometri in larghezza e fino a 1000 metri in altezza, tutto davanti ai tuoi occhi, che fremono, eccitati, dal desiderio di chiudersi all’ultimo istante.
Khartum conta oltre venti grandi tempeste di sabbia in un anno, per lo più concentrate tra aprile e maggio. generate dall’incrocio tra l’anticiclone subtropicale sahariano e le masse d’aria umida che gioungono dal Golfo di Guinea.
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