I Sudan Roots Band come i jamaicani, ma suonano “umreggaega”
di Mauro Annarumma per The Post Internazionale
Sono passati poco più di due anni dall’esordio della “Sudan Roots Band“, il gruppo musicale reggae di Khartoum, e i loro ritmi -strano a dirsi- animano le serate dei ristoranti alla moda, come il famoso Papa Costa sulla Gamhouria Street, un piacevole ritrovo anche per gli stranieri che soggiornano nella capitale.
Non suonano certo musica tradizionale, neanche quella araba come vorrebbero i più conservatori, ma la musica dei Sudan Roots riesce a coniugare le note jamaicane alla compostezza dei presenti in sala. Si ride e si batte il piede al ritmo reggae, ma l’immaginario collettivo che vorrebbe la sala colma di rasta molleggiati e nuvole di fumo si infrange, e si rimodella.
Il successo dei sette giovani sudanesi cavalca la passione per la musica che unisce i ragazzi di tutto il mondo, in particolare per un genere transnazionale portato dalla Jamaica di Bob Marley alle sale di tutto il mondo.
La musica jamaicana si insinua, tra locali e ristoranti, nel cuore della città, svincolandosi però da ogni ideologia e dalla visione del mondo che siamo abituati a riconoscervi. E’ per questo motivo che il raggae diventa fruibile anche nel mondo arabo, tradizionalmente chiuso a sperimentazioni in contrasto con il proprio costume: l’ “umreggaega“, il reggae nord africano e del mondo arabo, cerca di affermarsi come genere a sè.
Mohammed Ali, il cantantautore, vocalist e chitarrista della band, seguito a ritmo da Mohammed Bilal alla tastiera, Khater al basso, Mohammed Eltaweel, Amado Ambili e Moe Troy alle percussioni e Obada alla chitarra, canta così il sogno raggae dei giovani sudanesi.